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sabato 29 ottobre 2011
venerdì 28 ottobre 2011
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venerdì 18 dicembre 2009
Obama: a Copenaghen accordo anche imperfetto.
COPENAGHEN - "Gli Stati Uniti continueranno a lottare contro il cambiamento climatico, a prescindere da quello che verrà deciso a Copenaghen. Siamo qui non per parlare ma per agire". Ad assicurarlo è il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, arrivato questa mattina nella capitale danese dove oggi dovrebbe concludersi il vertice delle Nazioni Unite dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici. "L'America è pronta a prendersi le sue responsabilità in quanto leader - ha proseguito Obama - Non sareste qui se non foste convinti che il pericolo è reale. Il cambiamento climatico non è fantascienza, ma è scienza, è reale".
Quanto all'impegno concreto sul da farsi, il presidente ha detto che gli Usa sono pronti a fare la propria parte sia per il finanziamento dei paesi più poveri che nella riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ed ha chiesto a tutti i partner di condividere questi sforzi. Obama non ha però fatto nuovi annunci su impegni ulteriori degli Usa, limitandosi quindi a confermare l'impegno a "tagliare le nostre emissioni del 17 per cento entro il 2020, e di oltre l'80 per cento entro il 2050".
Per Obama urge però un accordo a Copenaghen, anche se imperfetto. In totale controtendenza uno dei grandi paesi le cui decisioni saranno strategiche al fine di una positiva conclusione del vertice: l'India si è dichiarata oggi favorevole a un rinvio del negoziato al 2010. La
proposta è stata avanzata dal premier indiano Manmohan Singh a Copenaghen. Secondo l'India, i colloqui alla conferenza Onu potrebbero rivelarsi insufficienti per arrivare ad un accordo che possa soddisfare tutti i Paesi. Secondo Singh, è necessario proseguire i negoziati "per costruire un accordo realmente globale e una risposta autenticamente solidale al cambio climatico, durante il prossimo anno".
Quanto all'impegno concreto sul da farsi, il presidente ha detto che gli Usa sono pronti a fare la propria parte sia per il finanziamento dei paesi più poveri che nella riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ed ha chiesto a tutti i partner di condividere questi sforzi. Obama non ha però fatto nuovi annunci su impegni ulteriori degli Usa, limitandosi quindi a confermare l'impegno a "tagliare le nostre emissioni del 17 per cento entro il 2020, e di oltre l'80 per cento entro il 2050".
Per Obama urge però un accordo a Copenaghen, anche se imperfetto. In totale controtendenza uno dei grandi paesi le cui decisioni saranno strategiche al fine di una positiva conclusione del vertice: l'India si è dichiarata oggi favorevole a un rinvio del negoziato al 2010. La
proposta è stata avanzata dal premier indiano Manmohan Singh a Copenaghen. Secondo l'India, i colloqui alla conferenza Onu potrebbero rivelarsi insufficienti per arrivare ad un accordo che possa soddisfare tutti i Paesi. Secondo Singh, è necessario proseguire i negoziati "per costruire un accordo realmente globale e una risposta autenticamente solidale al cambio climatico, durante il prossimo anno".
Fonte - La Repubblica -
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